Te ne vai
È che tu te ne vai.
Sempre così.
Concessa, raccattando vuota lussuria, ti vesti e te ne vai.
Nuda, te ne vai.
Silenziosa, degusti vizio tuo deviato.
Compiaciuta da turpe fervore, fuggi.
Incolore, decomponi tuoi sensi.
Gelida, te ne vai.
Sicaria spietata di luci accecanti a te indegne.
Vessata violentemente da volubile oblio, vanifichi.
E te ne vai.
Te ne vai per sorte.
Rapita da purpureo bagliore di abat-jour.
Lacrimi perchè non sei.
Digrigni perchè vorresti.
Sospiri perchè sei stata.
E poi te ne vai.
Vai via senza voltarti.
Per nulla sedotta, se non da rossetto sbavato.
In precario stagno di vetro, ti attiri e suicidi.
Conciata di buio, brancoli in sudici dedali.
Sempre tu.
Stessa e tua, prendi e te ne vai.
Stefano Servilio
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