Estate

È il grano che si rizza e pian pian rifiata.

È il dì che di sol leon fa un’abbuffata.

È il sasso, che cocente, secco mur compone.

È il libeccio, che soave, mostra compassione.

È il mare, che ancorato al blu s’espande.

È la passione di chi lo mira che s’accende.

È l’urlo della vita e suo sorriso.

È cicala canterina in paradiso.

È la sera che per ardor gocciola stelle.

É per ugual causa d’amanti scappatelle.

È la cagnara dei fanciulli nella piazza.

È l’angustia del vegliardo che s’incazza.

È un’alba dal sapor di bianche rose.

È un tramonto che bisbiglia idee noiose.

È il tempo del fervor e spassoso inferno.

È quel prima che precede un lungo inverno.


Stefano Servilio

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